mercoledì 30 gennaio 2019

"Terminato l'incontro svolto nella sede romana di Confindustria dove abbiamo incontrato ArcelorMittal e AM Investco, nella persona di Matthieu Jehl, come sigla sindacale USB – dichiara il coordinatore provinciale Francesco Rizzo – rimaniamo scettici di fronte alle dichiarazioni di intenti da parte dell'azienda. Nonostante gli annunci importanti illustrati nell'ambito di questo incontro in merito agli investimenti da attuare sugli impianti, possiamo solo constatare che dalla data della firma dell'accordo non ci risulta speso un solo euro all'interno dello stabilimento di Taranto. Ad oggi registriamo solo la diminuzione del personale sugli impianti produttivi e l'abbattimento del costo della forza lavoro con l'impiego delle unità impiegate nelle ditte in appalto".
"Partecipiamo all'incontro odierno – prosegue Rizzo – dopo gli attriti tra sindacato ed azienda che sono scaturiti a seguito della mancata applicazione dell’accordo sottoscritto al MiSe il 6 settembre scorso a cui, poi, è seguita anche la nostra denuncia nei confronti dell'azienda ai sensi dell'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori".
Dall'illustrazione dei punti all'ordine del giorno, che prevedevano la presentazione del contesto economico, dello stato di attuazione del piano industriale ed ambientale e gli aggiornamenti in relazione al processo di assunzione, apprendiamo che l'azienda che gestisce lo stabilimento di Tarantoprevede un piano di investimenti manutentivi sugli impianti (acciaierie, colate continue, altoforni, treno nastri) da attuare con fermate programmate a partire dai prossimi mesi. Inoltre saranno acquistati 70 carrelli elevatori, 10 locomotori e saranno effettuati interventi in alcuni punti critici della linea ferroviaria interna. Il processo assunzioni è quasi terminato. A Taranto, così come previsto nell'accordo, sono state assunte 8200 unità, a cui si aggiungeranno altre 93 unità che saranno distribuite sugli altri siti.
Come sindacato USB ribadiamo la nostra diffidenza di fronte ad intenti, annunci ed illustrazioni. Rimaniamo, pertanto, immobili sulle nostre posizioni, le stesse che ci hanno portato alla fase di denuncia e che ci vedrà impegnati nell'udienza già fissata presso il Tribunale di Taranto il 19 febbraio prossimo. In questa sede contiamo che si faccia giustizia a seguito della quale il gestore ArcelorMittal possa dar luogo ad una politica differente rispetto a quella che sino ad oggi ha prodotto un comportamento anti sindacale.

lunedì 28 gennaio 2019

L'affidabilità di ArcelorMittal

L'affidabilità di ArcelorMittal dà segni di cedimento da ogni parte: oggi in Acciaieria2 si è verificata la rottura di una siviera in evidente stato di usura che ha causato la fuoriuscita di acciaio liquido in reparto che solo per una casualità non ha coinvolto gli operai presenti in quel momento e, sempre nella giornata odierna, un automezzo perlini è sprofondato a causa del cedimento del terreno in area parco rottami. L'USB ribadisce, oltre ad averlo già denunciato, una grave situazione di assenza di sicurezza sugli impianti. Inoltre, in merito alle ditte in appalto, si registra una completa mancanza di informazione. Premesso che ci risulta che il “benchmark” di ArcelorMittal sia ben più basso di quello valutato negli anni dell'Amministrazione straordinaria, ad oggi ci sono notevoli ritardi nei pagamenti nei confronti delle ditte esterne che rischiano di chiudere battenti proprio sotto la gestione di ArcelorMittal arrivata qui a Taranto con grandi auspici ed annunciati investimenti.
In merito alla recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo siamo in attesa di comprendere le intenzioni e le reazioni del Governo. Ci auspichiamo che la sentenza non sia impugnata ed, invece, siano attuate le motivazioni della sentenza. Le leggi sino ad oggi prodotte non hanno tutelato la salute dei cittadini che sono stati sottoposti ad una “persistenza situazione di inquinamento ambientale” e le istituzioni “non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire una protezione efficace”. In tal senso ci auspichiamo che questo Governo ripristini uno Stato di diritto che a Taranto è assente da diversi anni.


giovedì 10 gennaio 2019

Una lotta continua...

Una lotta continua...
USB prova a mettere insieme dei fronti di lotta...
Ma la "coerenza dei comportamenti" ci porta a denunciare l'ennesimo attacco ai diritti Sindacali e dei Lavoratori.



In data odierna, Arcelor Mittal ha convocato le O.S., in merito alle trattenute relative alle addizionali regionale e comunale degli ex dipendenti Ilva, comunicando che il lavoratore può richiedere un anticipo pari ad un importo di 500 euro, recuperato con le spettanze di gennaio 2019 e relativo cedolino 12 febbraio. 
La platea di lavoratori è pari a 74 lavoratori che hanno percepito una retribuzione pari a 800 euro. 
Di fronte a tale informativa la nostra richiesta è stata quella di ampliare la platea per tutti i lavoratori almeno che hanno ricevuto una retribuzione pari a 1000 euro, ma non è stata accolta. 
La USB chiederà ufficialmente ad ILVA in A.S. di erogare per tutti i lavoratori un anticipo di 500 euro che restituiranno con l’ultimo cedolino di retribuzione con ragione sociale ILVA spa in AS.



Usb denuncia: Arcelor Mittal scarica sulle casse pubbliche il costo dei lavoratori

Usb denuncia: Arcelor Mittal scarica sulle casse pubbliche il costo dei lavoratori
USB TARANTO·GIOVEDÌ 10 GENNAIO 2019·READING TIME: 3 MINUTES 72 letture
Il 4 gennaio le sigle sindacali Fim-Fiom-Uilm e Usb annunciavano ai nuovi gestori del siderurgico di Taranto, Arcelor Mittal, uno sciopero di stabilimento della durata di 24 ore, 8 ore per turno, che si sarebbe svolto il 14 dello stesso mese.
Nel comunicato si ritenevano inaccettabili alcune condizioni relative al piano occupazionale previsto dall'accordo del 6 settembre 2018 e all'implementazione dell'organico in vista del raggiungimento di produzione prefissato dal piano industriale da loro presentato.
“Oggi le organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm – dichiara il coordinatore provinciale Francesco Rizzo – revocano lo sciopero sottoscrivendo un verbale firmato in data odierna, mentre la sigla sindacale Usb non solo non firma questo verbale in cui l'azienda conferma la validità di quanto concordato in data 6 settembre ma nelle prossime ore denuncerà la stessa azienda per comportamento anti sindacale appellandoci all'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori”.
Questo tema sollevato dalle organizzazioni sindacali, e cioè il riordino della forza lavoro all'interno dello stabilimento è una questione in stretta relazione con l'argomento assunzioni. “Se Arcelor Mittal – prosegue Rizzo - pensa che il lavoratore Ilva può ricoprire qualsiasi ruolo e mansione non solo sminuisce la professionalità del lavoratore ma, cosa più importante, non facilità il reintegro dei lavoratori non assunti dai nuovi gestori dello stabilimento, tradendo, di fatto, lo spirito dell'accordo che prevedeva in partenza l'impiego di 8200 lavoratori per la produzione prevista dal piano industriale. Ad oggi, invece, è la stessa azienda che smentisce quanto ratificato nell'accordo perché chiede ad altri lavoratori, compresi quelli impiegati nelle aziende impiegate nell'appalto, di occuparsi di mansioni che prima erano svolte da altri operai Ilva, quelli non confermati e quindi lasciati a casa. In questo contesto si verifica anche una incertezza in materia di sicurezza in quanto gli impianti dello stabilimento sono molto complessi ed ognuno di loro, singolarmente, richiede competenze specifiche anche per gli stessi operai riconfermati dall'azienda che non possono spostarsi da un impianto all'altro senza una formazione adeguata”.
“Questo è un abuso che va oltre l'accordo, un accordo che una volta sottoscritto non equivale ad un nulla osta a favore dell'azienda per fare ciò che vuole. L'Usb ribadisce la validità dell'accordo ma allo stesso tempo ne contesta una interpretazione di fatto già posta in essere da Arcelor Mittal che sta compiendo una vera e propria operazione di marketing dove risparmia sugli ex operai Ilva posti in cassa integrazione e ricollocati in Amministrazione Straordinaria ed allo stesso tempo “terzializza” le attività con la forza lavoro delle ditte in appalto”
“A fine dicembre – conclude il coordinatore Rizzo - avevamo chiesto l'intervento del MiSE, andando a Roma con gli operai, che ci aveva promesso un incontro in merito a quanto già avevamo denunciato e che oggi confermiamo nella nostra denuncia: Arcelor Mittal scarica sulle casse pubbliche, e cioè dello Stato, il costo dei lavoratori di cui dovrebbe farsi carico. Vista, quindi, la grave situazione attuale che perdura già da alcuni mesi ce la giochiamo in Tribunale: stiamo denunciando Arcelor Mittal ai sensi dell'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori per comportamento anti sindacale”.