Nessun passo in avanti. Si è concluso da poco l'incontro promosso dal ministro di maio sulla cessione di Ilva ad arcelormittal. L'azienda ha esposto il cosiddetto "addendum" ovvero le modifiche al piano ambientale apportate dietro richiesta esplicita del governo. Il piano è in sostanza quello precedente con qualche significativa accelerazione sui tempi di realizzazione delle opere. Un fatto positivo ma che Non modifica nella sostanza gli impegni economici su questo terreno e non garantisce la produzione di acciaio compatibile con il diritto alla salute ed il rispetto dell'ambiente. Inoltre la stessa determinazione del governo a modificare il piano ambientale non è stata messa in campo sul terreno occupazionale per quanto ad oggi è dato sapere. Ci attendiamo quindi un ruolo attivo del governo in questa vertenza. È ancora il governo il soggetto che può e deve indurre la multinazionale a modificare la sua posizione. O, parimenti, decidere una strada alternativa a quella della cessione del gruppo ai privati.
lunedì 30 luglio 2018
*** ELEZIONI RSU APPALTO ILVA***
ELEZIONI RSU QUADRATO SRL: USB FA IL PIENO
Rizzo: L’88% dei votanti ha scelto i nostri delegati.
Rizzo: L’88% dei votanti ha scelto i nostri delegati.
"Un ringraziamento va a tutti i lavoratori, agli iscritti e ai delegati #usb #ilva, un augurio speciale va ai delegati candidati:
Mastro Giacomo, Frigeri Nicola, Ricchiuti Giuseppe e Ussi Francesco.
Mastro Giacomo, Frigeri Nicola, Ricchiuti Giuseppe e Ussi Francesco.
Un ringraziamento particolare voglio però rivolgerlo a Federico Cefaliello, responsabile USB appalti, che continua a produrre risultati eccezionali e contribuisce a rendere il nostro sindacato sempre più forte”.
FRANCESCO RIZZO - coordinatore provinciale USB Taranto
FRANCESCO RIZZO - coordinatore provinciale USB Taranto
“Nuova forza per le nostre lotte per ridare dignità e diritti ai lavoratori dell'appalto ILVA”
#USB chiede al ministro Di Maio un incontro urgente sulla vicenda della cessione del gruppo Ilva.
La procedura per l'annullamento della gara, come da noi richiesto e auspicato, è ovviamente alternativa a qualsiasi tavolo di confronto con un'azienda che non sia a tutti gli effetti quella acquirente.Per queste ragioni è utile necessario e urgente un incontro col ministro allo scopo di verificare tutte le ipotesi in campo.
Sergio Bellavita USB Nazionale.
Francesco Rizzo Usb Taranto
Sergio Bellavita USB Nazionale.
Francesco Rizzo Usb Taranto
++++ NOTA STAMPA +++
Ilva USB:
Nessun passo in avanti. Si è concluso da poco l'incontro promosso dal ministro di maio sulla cessione di Ilva ad arcelormittal. L'azienda ha esposto il cosiddetto "addendum" ovvero le modifiche al piano ambientale apportate dietro richiesta esplicita del governo. Il piano è in sostanza quello precedente con qualche significativa accelerazione sui tempi di realizzazione delle opere. Un fatto positivo ma che Non modifica nella sostanza gli impegni economici su questo terreno e non garantisce la produzione di acciaio compatibile con il diritto alla salute ed il rispetto dell'ambiente. Inoltre la stessa determinazione del governo a modificare il piano ambientale non è stata messa in campo sul terreno occupazionale per quanto ad oggi è dato sapere. Ci attendiamo quindi un ruolo attivo del governo in questa vertenza. È ancora il governo il soggetto che può e deve indurre la multinazionale a modificare la sua posizione. O, parimenti, decidere una strada alternativa a quella della cessione del gruppo ai privati.
Nessun passo in avanti. Si è concluso da poco l'incontro promosso dal ministro di maio sulla cessione di Ilva ad arcelormittal. L'azienda ha esposto il cosiddetto "addendum" ovvero le modifiche al piano ambientale apportate dietro richiesta esplicita del governo. Il piano è in sostanza quello precedente con qualche significativa accelerazione sui tempi di realizzazione delle opere. Un fatto positivo ma che Non modifica nella sostanza gli impegni economici su questo terreno e non garantisce la produzione di acciaio compatibile con il diritto alla salute ed il rispetto dell'ambiente. Inoltre la stessa determinazione del governo a modificare il piano ambientale non è stata messa in campo sul terreno occupazionale per quanto ad oggi è dato sapere. Ci attendiamo quindi un ruolo attivo del governo in questa vertenza. È ancora il governo il soggetto che può e deve indurre la multinazionale a modificare la sua posizione. O, parimenti, decidere una strada alternativa a quella della cessione del gruppo ai privati.
venerdì 27 luglio 2018
*** ELEZIONI RSU APPALTO ILVA***
ELEZIONI RSU QUADRATO SRL: USB FA IL PIENO
Rizzo: L’88% dei votanti ha scelto i nostri delegati.
Rizzo: L’88% dei votanti ha scelto i nostri delegati.
"Un ringraziamento va a tutti i lavoratori, agli iscritti e ai delegati #usb #ilva, un augurio speciale va ai delegati candidati:
Mastro Giacomo, Frigeri Nicola, Ricchiuti Giuseppe e Ussi Francesco.
Mastro Giacomo, Frigeri Nicola, Ricchiuti Giuseppe e Ussi Francesco.
Un ringraziamento particolare voglio però rivolgerlo a Federico Cefaliello, responsabile USB appalti, che continua a produrre risultati eccezionali e contribuisce a rendere il nostro sindacato sempre più forte”.
FRANCESCO RIZZO - coordinatore provinciale USB Taranto
FRANCESCO RIZZO - coordinatore provinciale USB Taranto
“Nuova forza per le nostre lotte per ridare dignità e diritti ai lavoratori dell'appalto ILVA”
mercoledì 25 luglio 2018
+++ NOTA STAMPA +++
#USB chiede al ministro Di Maio un incontro urgente sulla vicenda della cessione del gruppo Ilva.
La procedura per l'annullamento della gara, come da noi richiesto e auspicato, è ovviamente alternativa a qualsiasi tavolo di confronto con un'azienda che non sia a tutti gli effetti quella acquirente.Per queste ragioni è utile necessario e urgente un incontro col ministro allo scopo di verificare tutte le ipotesi in campo.
Sergio Bellavita USB Nazionale.
Francesco Rizzo Usb Taranto
La procedura per l'annullamento della gara, come da noi richiesto e auspicato, è ovviamente alternativa a qualsiasi tavolo di confronto con un'azienda che non sia a tutti gli effetti quella acquirente.Per queste ragioni è utile necessario e urgente un incontro col ministro allo scopo di verificare tutte le ipotesi in campo.
Sergio Bellavita USB Nazionale.
Francesco Rizzo Usb Taranto
venerdì 20 luglio 2018
ILVA: l’ANAC rileva gravi irregolarità nella vendita ad Arcelor Mittal.
ILVA: l’ANAC rileva gravi irregolarità nella vendita ad Arcelor Mittal.
Di Maio intervenga e revochi la vendita nazionalizzando lo stabilimento!
L’autorità anticorruzione ha rilevato gravi irregolarità nella cessione dello stabilimento al gruppo Arcelor Mittal. l’ANAC ha ricostruito la sequenza dei decreti legge succedutisi dal 2015, ognuno dei quali modificava le scadenze del piano di risanamento ambientale, inizialmente previsto al 31.12.2016, poi spostato, con la l. 13 febbraio 2016, al 30 giugno 2017 e, in ultimo, con il decreto del 29 settembre 2017, spostato ulteriormente al 23 agosto 2023. Una serie di rinvii che ha avuto come effetto il perdurare dell’inquinamento ambientale di Taranto, da decenni sottoposta alle emissioni inquinanti dell’ILVA, e per gli stessi lavoratori, e che ha costituito, a nostro avviso, un evidente intervento di favore nei confronti della multinazionale da parte del Ministro Calenda e dei commissari di governo.
L’ANAC evidenzia che non sono state rispettate le scadenze intermedie delle prescrizioni ambientali, ossia gli interventi del piano di risanamento ambientale previsti dalle varie normative e non interessate ai rinvii del complessivo piano di risanamento ambientale.
Il mancato rispetto di questi impegni, previsti dal d.l. 191/2015, dalla successiva lettera di procedura del 25 marzo 2016 e dai successivi decreti legge, poteva consentire di riaprire la gara per la vendita dell’ILVA, ma così non è stato.
Oggi, l’autorità anticorruzione ci dice che questi vincoli non sono stati rispettati e conclude che spetta al governo decidere se, in base all’interesse pubblico, procedere ad un atto di autotutela, e, quindi, revocare la vendita ad Arcelor Mittal.
Ci domandiamo come mai il precedente ministro non abbia sentito la necessità di consultare organi dello stato per verificare la correttezza degli atti compiuti nell’affidamento di un polo siderurgico di interesse nazionale; ci domandiamo per quale motivo, anche dopo la cocente sconfitta alle elezioni politiche, abbia cercato di accelerare i tempi della vendita e come mai si sia così duramente scontrato con regione e comune che avevano proposto ricorsi alla magistratura proprio sul mancato rispetto del piano di risanamento da parte di Arcelor Mittal.
In ultimo ci domandiamo perché sia arrivato a ricattare sindacati e lavoratori sostenendo che la mancata, immediata, firma sull’accordo sindacale per il subentro di Arcelor Mittal avrebbe comportato la fermata dello stabilimento siderurgico mandando a casa tutti i lavoratori.
Oggi, alla luce del pronunciamento da parte dell’ANAC, vengono confermate tutte le nostre denunce e rafforzata la nostra richiesta di nazionalizzare l’ILVA di Taranto, di garantire reddito e lavoro per tutte le maestranze e di procedere speditamente con il risanamento ambientale.
Il governo Gentiloni, come i governi Renzi ecc., avevano deciso di regalare l’ILVA, L’ALITALIA ed altre aziende di interesse pubblico alle multinazionali, ignorando il loro interesse strategico per il nostro paese, senza peraltro tutelare i lavoratori e, come nel caso dell’ILVA, la salute dei cittadini e dei lavoratori.
Il Governo deve ripensare allo stato in cui versano le aziende strategiche del paese, siano esse dell’acciaio, come l’ILVA di Taranto, AST di Terni, le acciaierie di Piombino, o del trasporto pubblico, come anche delle telecomunicazioni, con la Telecom ormai preda di gruppi economici interessati solo a realizzare immediati profitti.
La dissoluzione del patrimonio industriale del nostro paese può essere arrestata. L’intervento sull’ILVA, la revoca della vendita e la sua nazionalizzazione, il risanamento ambientale sarebbero un segnale importante in tal senso.
Esecutivo nazionale
USB Lavoro Privato
L’ANAC evidenzia che non sono state rispettate le scadenze intermedie delle prescrizioni ambientali, ossia gli interventi del piano di risanamento ambientale previsti dalle varie normative e non interessate ai rinvii del complessivo piano di risanamento ambientale.
Il mancato rispetto di questi impegni, previsti dal d.l. 191/2015, dalla successiva lettera di procedura del 25 marzo 2016 e dai successivi decreti legge, poteva consentire di riaprire la gara per la vendita dell’ILVA, ma così non è stato.
Oggi, l’autorità anticorruzione ci dice che questi vincoli non sono stati rispettati e conclude che spetta al governo decidere se, in base all’interesse pubblico, procedere ad un atto di autotutela, e, quindi, revocare la vendita ad Arcelor Mittal.
Ci domandiamo come mai il precedente ministro non abbia sentito la necessità di consultare organi dello stato per verificare la correttezza degli atti compiuti nell’affidamento di un polo siderurgico di interesse nazionale; ci domandiamo per quale motivo, anche dopo la cocente sconfitta alle elezioni politiche, abbia cercato di accelerare i tempi della vendita e come mai si sia così duramente scontrato con regione e comune che avevano proposto ricorsi alla magistratura proprio sul mancato rispetto del piano di risanamento da parte di Arcelor Mittal.
In ultimo ci domandiamo perché sia arrivato a ricattare sindacati e lavoratori sostenendo che la mancata, immediata, firma sull’accordo sindacale per il subentro di Arcelor Mittal avrebbe comportato la fermata dello stabilimento siderurgico mandando a casa tutti i lavoratori.
Oggi, alla luce del pronunciamento da parte dell’ANAC, vengono confermate tutte le nostre denunce e rafforzata la nostra richiesta di nazionalizzare l’ILVA di Taranto, di garantire reddito e lavoro per tutte le maestranze e di procedere speditamente con il risanamento ambientale.
Il governo Gentiloni, come i governi Renzi ecc., avevano deciso di regalare l’ILVA, L’ALITALIA ed altre aziende di interesse pubblico alle multinazionali, ignorando il loro interesse strategico per il nostro paese, senza peraltro tutelare i lavoratori e, come nel caso dell’ILVA, la salute dei cittadini e dei lavoratori.
Il Governo deve ripensare allo stato in cui versano le aziende strategiche del paese, siano esse dell’acciaio, come l’ILVA di Taranto, AST di Terni, le acciaierie di Piombino, o del trasporto pubblico, come anche delle telecomunicazioni, con la Telecom ormai preda di gruppi economici interessati solo a realizzare immediati profitti.
La dissoluzione del patrimonio industriale del nostro paese può essere arrestata. L’intervento sull’ILVA, la revoca della vendita e la sua nazionalizzazione, il risanamento ambientale sarebbero un segnale importante in tal senso.
Esecutivo nazionale
USB Lavoro Privato
ILVA: l’ANAC rileva gravi irregolarità nella vendita ad Arcelor Mittal.
ILVA: l’ANAC rileva gravi irregolarità nella vendita ad Arcelor Mittal.
Di Maio intervenga e revochi la vendita nazionalizzando lo stabilimento!
L’autorità anticorruzione ha rilevato gravi irregolarità nella cessione dello stabilimento al gruppo Arcelor Mittal. l’ANAC ha ricostruito la sequenza dei decreti legge succedutisi dal 2015, ognuno dei quali modificava le scadenze del piano di risanamento ambientale, inizialmente previsto al 31.12.2016, poi spostato, con la l. 13 febbraio 2016, al 30 giugno 2017 e, in ultimo, con il decreto del 29 settembre 2017, spostato ulteriormente al 23 agosto 2023. Una serie di rinvii che ha avuto come effetto il perdurare dell’inquinamento ambientale di Taranto, da decenni sottoposta alle emissioni inquinanti dell’ILVA, e per gli stessi lavoratori, e che ha costituito, a nostro avviso, un evidente intervento di favore nei confronti della multinazionale da parte del Ministro Calenda e dei commissari di governo.
L’ANAC evidenzia che non sono state rispettate le scadenze intermedie delle prescrizioni ambientali, ossia gli interventi del piano di risanamento ambientale previsti dalle varie normative e non interessate ai rinvii del complessivo piano di risanamento ambientale.
Il mancato rispetto di questi impegni, previsti dal d.l. 191/2015, dalla successiva lettera di procedura del 25 marzo 2016 e dai successivi decreti legge, poteva consentire di riaprire la gara per la vendita dell’ILVA, ma così non è stato.
Oggi, l’autorità anticorruzione ci dice che questi vincoli non sono stati rispettati e conclude che spetta al governo decidere se, in base all’interesse pubblico, procedere ad un atto di autotutela, e, quindi, revocare la vendita ad Arcelor Mittal.
Ci domandiamo come mai il precedente ministro non abbia sentito la necessità di consultare organi dello stato per verificare la correttezza degli atti compiuti nell’affidamento di un polo siderurgico di interesse nazionale; ci domandiamo per quale motivo, anche dopo la cocente sconfitta alle elezioni politiche, abbia cercato di accelerare i tempi della vendita e come mai si sia così duramente scontrato con regione e comune che avevano proposto ricorsi alla magistratura proprio sul mancato rispetto del piano di risanamento da parte di Arcelor Mittal.
In ultimo ci domandiamo perché sia arrivato a ricattare sindacati e lavoratori sostenendo che la mancata, immediata, firma sull’accordo sindacale per il subentro di Arcelor Mittal avrebbe comportato la fermata dello stabilimento siderurgico mandando a casa tutti i lavoratori.
Oggi, alla luce del pronunciamento da parte dell’ANAC, vengono confermate tutte le nostre denunce e rafforzata la nostra richiesta di nazionalizzare l’ILVA di Taranto, di garantire reddito e lavoro per tutte le maestranze e di procedere speditamente con il risanamento ambientale.
Il governo Gentiloni, come i governi Renzi ecc., avevano deciso di regalare l’ILVA, L’ALITALIA ed altre aziende di interesse pubblico alle multinazionali, ignorando il loro interesse strategico per il nostro paese, senza peraltro tutelare i lavoratori e, come nel caso dell’ILVA, la salute dei cittadini e dei lavoratori.
Il Governo deve ripensare allo stato in cui versano le aziende strategiche del paese, siano esse dell’acciaio, come l’ILVA di Taranto, AST di Terni, le acciaierie di Piombino, o del trasporto pubblico, come anche delle telecomunicazioni, con la Telecom ormai preda di gruppi economici interessati solo a realizzare immediati profitti.
La dissoluzione del patrimonio industriale del nostro paese può essere arrestata. L’intervento sull’ILVA, la revoca della vendita e la sua nazionalizzazione, il risanamento ambientale sarebbero un segnale importante in tal senso.
Di Maio intervenga e revochi la vendita nazionalizzando lo stabilimento!
L’autorità anticorruzione ha rilevato gravi irregolarità nella cessione dello stabilimento al gruppo Arcelor Mittal. l’ANAC ha ricostruito la sequenza dei decreti legge succedutisi dal 2015, ognuno dei quali modificava le scadenze del piano di risanamento ambientale, inizialmente previsto al 31.12.2016, poi spostato, con la l. 13 febbraio 2016, al 30 giugno 2017 e, in ultimo, con il decreto del 29 settembre 2017, spostato ulteriormente al 23 agosto 2023. Una serie di rinvii che ha avuto come effetto il perdurare dell’inquinamento ambientale di Taranto, da decenni sottoposta alle emissioni inquinanti dell’ILVA, e per gli stessi lavoratori, e che ha costituito, a nostro avviso, un evidente intervento di favore nei confronti della multinazionale da parte del Ministro Calenda e dei commissari di governo.
L’ANAC evidenzia che non sono state rispettate le scadenze intermedie delle prescrizioni ambientali, ossia gli interventi del piano di risanamento ambientale previsti dalle varie normative e non interessate ai rinvii del complessivo piano di risanamento ambientale.
Il mancato rispetto di questi impegni, previsti dal d.l. 191/2015, dalla successiva lettera di procedura del 25 marzo 2016 e dai successivi decreti legge, poteva consentire di riaprire la gara per la vendita dell’ILVA, ma così non è stato.
Oggi, l’autorità anticorruzione ci dice che questi vincoli non sono stati rispettati e conclude che spetta al governo decidere se, in base all’interesse pubblico, procedere ad un atto di autotutela, e, quindi, revocare la vendita ad Arcelor Mittal.
Ci domandiamo come mai il precedente ministro non abbia sentito la necessità di consultare organi dello stato per verificare la correttezza degli atti compiuti nell’affidamento di un polo siderurgico di interesse nazionale; ci domandiamo per quale motivo, anche dopo la cocente sconfitta alle elezioni politiche, abbia cercato di accelerare i tempi della vendita e come mai si sia così duramente scontrato con regione e comune che avevano proposto ricorsi alla magistratura proprio sul mancato rispetto del piano di risanamento da parte di Arcelor Mittal.
In ultimo ci domandiamo perché sia arrivato a ricattare sindacati e lavoratori sostenendo che la mancata, immediata, firma sull’accordo sindacale per il subentro di Arcelor Mittal avrebbe comportato la fermata dello stabilimento siderurgico mandando a casa tutti i lavoratori.
Oggi, alla luce del pronunciamento da parte dell’ANAC, vengono confermate tutte le nostre denunce e rafforzata la nostra richiesta di nazionalizzare l’ILVA di Taranto, di garantire reddito e lavoro per tutte le maestranze e di procedere speditamente con il risanamento ambientale.
Il governo Gentiloni, come i governi Renzi ecc., avevano deciso di regalare l’ILVA, L’ALITALIA ed altre aziende di interesse pubblico alle multinazionali, ignorando il loro interesse strategico per il nostro paese, senza peraltro tutelare i lavoratori e, come nel caso dell’ILVA, la salute dei cittadini e dei lavoratori.
Il Governo deve ripensare allo stato in cui versano le aziende strategiche del paese, siano esse dell’acciaio, come l’ILVA di Taranto, AST di Terni, le acciaierie di Piombino, o del trasporto pubblico, come anche delle telecomunicazioni, con la Telecom ormai preda di gruppi economici interessati solo a realizzare immediati profitti.
La dissoluzione del patrimonio industriale del nostro paese può essere arrestata. L’intervento sull’ILVA, la revoca della vendita e la sua nazionalizzazione, il risanamento ambientale sarebbero un segnale importante in tal senso.
giovedì 19 luglio 2018
ILVA, CRITICITA IN GARA. USB A DI MAIO: ANNULLAMENTO DELLA GARA
Ilva, criticità in gara. L'USB chiede l'annullamento della gara. Con una nota stampa Sergio Bellavita, USB nazionale e Francesco Rizzo, coordinatore provinciale intervengono sulla risposta che l'Autorità Anticorruzione ha inviato al vice premier Luigi Di Maio che l'aveva interpellata sulla vendita dello stabilimento ad Arcelor Mittal. Apprendiamo dall'Anac che la gara per la cessione del gruppo Ilva è stata condotta con profili di criticità. Per questa ragione riteniamo impossibile proseguire il confronto con Arcelor Mittal, alla luce di questi nuovi inquietanti elementi. Chiediamo pertanto al Ministro dello sviluppo economico e del lavoro Di Maio l'annullamento della gara e una convocazione urgente delle organizzazioni sindacali. Per quanto ci riguarda continuiamo a ritenere che l'intervento pubblico diretto dello Stato nella proprietà dell'Ilva è l'unica reale garanzia per il futuro della città di Taranto e per tutti gli stabilimenti del gruppo Ilva e per coniugare il diritto alla salute, la difesa dell'ambiente e l'occupazione. Tuttavia sei il Governo avesse intenzioni diverse, è comunque indispensabile riaprire la gara a patto che ponga come vincoli inderogabili l'ambientalizzazione reale dello stabilimento, le bonifiche quindi e alla sicurezza e la garanzia dell'integrale occupazione e del mantenimento dei diritti acquisiti.
#usb #ilva
#usb #ilva
ILVA, CRITICITA IN GARA. USB A DI MAIO: ANNULLAMENTO DELLA GARA
NOTA STAMPA
ILVA, CRITICITA IN GARA. USB A DI MAIO: ANNULLAMENTO DELLA GARA
Ilva, criticità in gara. L'USB chiede l'annullamento della gara. Con una nota stampa Sergio Bellavita, USB nazionale e Francesco Rizzo, coordinatore provinciale intervengono sulla risposta che l'Autorità Anticorruzione ha inviato al vice premier Luigi Di Maio che l'aveva interpellata sulla vendita dello stabilimento ad Arcelor Mittal. Apprendiamo dall'Anac che la gara per la cessione del gruppo Ilva è stata condotta con profili di criticità. Per questa ragione riteniamo impossibile proseguire il confronto con Arcelor Mittal, alla luce di questi nuovi inquietanti elementi. Chiediamo pertanto al Ministro dello sviluppo economico e del lavoro Di Maio l'annullamento della gara e una convocazione urgente delle organizzazioni sindacali. Per quanto ci riguarda continuiamo a ritenere che l'intervento pubblico diretto dello Stato nella proprietà dell'Ilva è l'unica reale garanzia per il futuro della città di Taranto e per tutti gli stabilimenti del gruppo Ilva e per coniugare il diritto alla salute, la difesa dell'ambiente e l'occupazione. Tuttavia sei il Governo avesse intenzioni diverse, è comunque indispensabile riaprire la gara a patto che ponga come vincoli inderogabili l'ambientalizzazione reale dello stabilimento, le bonifiche quindi e alla sicurezza e la garanzia dell'integrale occupazione e del mantenimento dei diritti acquisiti.
ILVA, CRITICITA IN GARA. USB A DI MAIO: ANNULLAMENTO DELLA GARA
Ilva, criticità in gara. L'USB chiede l'annullamento della gara. Con una nota stampa Sergio Bellavita, USB nazionale e Francesco Rizzo, coordinatore provinciale intervengono sulla risposta che l'Autorità Anticorruzione ha inviato al vice premier Luigi Di Maio che l'aveva interpellata sulla vendita dello stabilimento ad Arcelor Mittal. Apprendiamo dall'Anac che la gara per la cessione del gruppo Ilva è stata condotta con profili di criticità. Per questa ragione riteniamo impossibile proseguire il confronto con Arcelor Mittal, alla luce di questi nuovi inquietanti elementi. Chiediamo pertanto al Ministro dello sviluppo economico e del lavoro Di Maio l'annullamento della gara e una convocazione urgente delle organizzazioni sindacali. Per quanto ci riguarda continuiamo a ritenere che l'intervento pubblico diretto dello Stato nella proprietà dell'Ilva è l'unica reale garanzia per il futuro della città di Taranto e per tutti gli stabilimenti del gruppo Ilva e per coniugare il diritto alla salute, la difesa dell'ambiente e l'occupazione. Tuttavia sei il Governo avesse intenzioni diverse, è comunque indispensabile riaprire la gara a patto che ponga come vincoli inderogabili l'ambientalizzazione reale dello stabilimento, le bonifiche quindi e alla sicurezza e la garanzia dell'integrale occupazione e del mantenimento dei diritti acquisiti.
giovedì 12 luglio 2018
Per ironia della sorte, l'incremento dei minimi tabellari avrà come riflesso l'aumento della trattenuta sindacale per gli iscritti di questi sindacati che non portano un centesimo ai lavoratori. mentre trovano conferma i fondi destinati agli enti bilaterali condivisi tra Federmeccanica, Fim , Fiom , Uilm e U g l.
A due anni d i distanza il salario in natura (Welfare) e la previdenza integrativa si sono dimostrati un affare solo per le aziende e per le piattaforme e-commerce. I lavoratori vogliono salari reali, che pesino su contributi e TFR ed un sistema sanitario e previdenziale pubblico che funzioni.
USB non ha sottoscritto questo vergognoso contratto nazionale dei metalmeccanici ed è impegnala in tulle le aziende in cui è presente per contrastare l'applicazione delle parti più negative.
#usb #ccnl #metalmeccanici
A due anni d i distanza il salario in natura (Welfare) e la previdenza integrativa si sono dimostrati un affare solo per le aziende e per le piattaforme e-commerce. I lavoratori vogliono salari reali, che pesino su contributi e TFR ed un sistema sanitario e previdenziale pubblico che funzioni.
USB non ha sottoscritto questo vergognoso contratto nazionale dei metalmeccanici ed è impegnala in tulle le aziende in cui è presente per contrastare l'applicazione delle parti più negative.
#usb #ccnl #metalmeccanici
martedì 10 luglio 2018
Assetti di marcia Ilva
Assetti di marcia Ilva
- confermata la marcia dei tre altiforni con continuità di produzione di 12000 tonnellate al giorno in continuità con i semestri prrcedenti;
- nel mese di luglio è prevista la fermata della linea d agl per certificazione bianca al fine di ottenere risparmio energetico produttivo;
- continuità della marcia delle accaieria così come era nel semestre precedente;
- il treno nastri 1 rimane fermo mentre il treno nastri 2 continuerà la stessa marcia impianti per produzione coils Marcegaglia;
- il laf ad agosto ha il decatreno fermo per 5 settimane a catena il decapaggio 2 settimane mentre la zin 1 resta ferma la zin 2 per 4 settiman;
- Irf dal 22 luglio 2018 fermerà per 12 giorni affinché venga completato impianto depolverazione;
Nel incontro odierno si è discusso della cigs che non aumenterà nei numeri attuali che a giugno 2018 sono 2900 con 1900 in cigs e 900 in ferie. I tubifici resteranno fermi per assenza commesse così come per il pla. Argomento welfare aziendale per l ennesima volta l azienda non rispetta i cosiddetti 10 giorni lavorativi cosi conclamati in quanto buoni cartacei verranno distribuiti nella settimana del 16 luglio 2018.
USB C'E'
- confermata la marcia dei tre altiforni con continuità di produzione di 12000 tonnellate al giorno in continuità con i semestri prrcedenti;
- nel mese di luglio è prevista la fermata della linea d agl per certificazione bianca al fine di ottenere risparmio energetico produttivo;
- continuità della marcia delle accaieria così come era nel semestre precedente;
- il treno nastri 1 rimane fermo mentre il treno nastri 2 continuerà la stessa marcia impianti per produzione coils Marcegaglia;
- il laf ad agosto ha il decatreno fermo per 5 settimane a catena il decapaggio 2 settimane mentre la zin 1 resta ferma la zin 2 per 4 settiman;
- Irf dal 22 luglio 2018 fermerà per 12 giorni affinché venga completato impianto depolverazione;
Nel incontro odierno si è discusso della cigs che non aumenterà nei numeri attuali che a giugno 2018 sono 2900 con 1900 in cigs e 900 in ferie. I tubifici resteranno fermi per assenza commesse così come per il pla. Argomento welfare aziendale per l ennesima volta l azienda non rispetta i cosiddetti 10 giorni lavorativi cosi conclamati in quanto buoni cartacei verranno distribuiti nella settimana del 16 luglio 2018.
USB C'E'
lunedì 9 luglio 2018
llva, Di Maio incontra USB: nuove garanzie per Taranto
Ilva, incontro oggi tra il sindacato USB e il ministro Di Maio. “E’ stato un incontro proficuo in cui il ministro ci ha proposto un percorso che va nella direzione che abbiamo più volte sollecitato e cioè che il Governo deve rivedere il contratto di cessione di Arcelor Mittal, sulla questione ambientale e sulle garanzie occupazionali – spiega Sergio Bellavita, USB nazionale -. Da questo punto di vista oggi possiamo ritenerci soddisfatti della posizione del ministro. Abbiamo comunque sollecitato che venga fatta luce in maniera pubblica su tutti questi passaggi, perché la città di Taranto ha il diritto di conoscere nel dettaglio il piano ambientale e quale sarà il suo futuro. A questo abbiamo aggiunto la richiesta di garanzie occupazionali anche per l’indotto, chiedendo una riapertura veloce del tavolo, ma solo dopo che Mittal abbia cambiato la sua posizione. Inoltre il ministro Di Maio ha anche assicurato che a fine luglio saranno saldati tutti i debiti che l’amministrazione straordinaria ha oggi con le aziende”.
“Un incontro positivo – commenta Francesco rizzo, coordinatore provinciale USB Taranto -. Il ministro vuole metterci nelle condizioni di fare una trattativa, sbloccando alcune questioni e facendo chiarezza anche su una serie di aspetti ancora in ombra, di rendere pubblico il piano industriale, nonostante Mittal che lo ostacola. Ci ha anche detto che sta tentando di mettere Mittal e nelle condizioni di dare più garanzie sul piano ambientale e in controtendenza agli ultimi accordi fatti in sede ministeriale, in cui a pagare le conseguenze sono sempre i lavoratori. Anche perché nelle carte il ministro ha rilevato una serie di omissis e lui per primo vuole chiarezza in una situazione come questa, di un’importanza estrema”.
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